Lombalgia cronica: i danni derivanti e come curarli

 

protrusione L5-S1 responsabile di lombalgia cronica altamente invalidante

Si parla di lombalgia cronica quando il mal di schiena persiste più di 6 mesi. E’ una delle più rilevanti patologie dolorose croniche a livello planetario, basti pensare che circa il 10% della popolazione mondiale ne è affetta.

La lombalgia cronica comporta una serie di effetti a tutti i livelli dalla colonna al cervello, tanto da far domandare a Nijs e collaboratori (2017) se tale patologia derivi più dalla colonna vertebrale o dal cervello, sede di rilevanti alterazioni strutturali, causate proprio dal mal di schiena.

Ipereccitabilità centrale al dolore (central sensitisation): di cosa stiamo parlando ?

La lombalgia cronica è tipicamente caratterizzata da una discrepanza tra l’input nocicettivo (lo stimolo vero e proprio del dolore) e il disagio globale del soggetto che ne è affetto [dolore, disabilità, comorbilità… etc]. Non vi è generalmente proporzione tra l’entità del quadro radiologico (alterazioni rilevate alla tac e/o alla risonanza magnetica) e lo stato clinico e relativa sofferenza del paziente.

L’ipereccitabilità centrale al dolore (central sensitisation), presente nella lombalgia cronica, può essere definita come “un’amplificazione del segnale neuronale che attraversando il sistema nervoso centrale determina una ipersensibilità al dolore e una incremento della risposta dei neuroni nocicettivi con produzione di dolore anche in seguito a stimoli normalmente sotto il valore soglia o addirittura in risposta a stimoli normali, non dolorifici (ad esempio stimoli tattili: il paziente col tocco della parte interessata può evocare dolore: allodinia)”.

In almeno 25% dei soggetti con lombalgia cronica l’iperaccitabilità centrale del dolore domina il quadro clinico, secondo la seguente mappa:

Ma chi pensa che è tutto si sbaglia !! 

L’ipereccitabilità centrale del dolore è in grado di produrre una serie di modifiche strutturali e documentabili del cervello, con conseguenti alterazioni delle funzioni comportamentali, disfunzioni a livello della coordinazione e del controllo del nostro corpo, rallentamento delle funzioni cognitive. Nelle fasi successive, tramite anche insorgenza di iperattività della glia (cellule non neuronali, presenti a livello del sistema nervoso centrale) , può arrivare a originare altri sintomi come disturbi del sonno, ansia e catastrofismo. Si arriva anche a determinare una alterazione con allargamento della zona dolorosa, ben al di là dei limiti anatomici dell’origine dello stimolo doloroso stesso.

protrusione lombare in persona con lombalgia cronica e presente da anni

I centri del cervello implicati sono lacorteccia prefrontale mediale, la corteccia del giro cinguli, l’insula e soprattutto l’amigdala, che gioca un ruolo portante sulla gestione delle emozioni negative.

Nijs e collaboratori (2017) sostengono che tali cambiamenti (per fortuna !!!) non sono permanenti e regrediscono con i trattamenti efficaci.

Trattamento della lombalgia cronica e dell'ipereccitabilità centrale al dolore

Come è intuitivo desumere, anch’io ritengo che il trattamento in questi casi debba per forza essere combinato. E’ necessario agire sia direttamente sulla patologia degenerativa del rachide lombare, riducendo l’infiammazione e conseguentemente l’input nocicettivo (lo stimolo dolore) e allo stesso tempo sulla trasmissione dello stimolo nocicettivo al cervello.

Perché non basta ridurre solo lo stimolo nocicettivo ?

La condizione di ipereccitabilità al dolore coesistente determina l’incapacità di discriminare l’effettiva intensità del dolore e registra allo stesso modo come stimoli nocicettivi fastidiosi anche stimoli nocicettivi sotto la normale soglia del dolore e addirittura stimoli anche non nocicettivi (stimoli tattili).  Se non si agisce perciò anche sulla trasmissione dello stimolo nocicettivo al cervello, la sola riduzione dello stimolo (con terapie antiinfiammatorie, antidolorifiche locali e generali, trattamenti chirurgici, fisioterapici, etc, etc) in questi casi generalmente è insufficiente a determinare l’efficacia del trattamento.

Può essere invece proposta la combinazione dell’ozono-terapia ecoguidata, con azione anti-infiammatoria e antidolorifica locale sulla patologia degenerativa (potenziata notevolmente dall’ecoguida, ossia dalla possibilità, mediante il contemporaneo utilizzo di un ecografo, di indirizzare con precisione l’ozono alle vertebre e ai dischi degenerati) e della scrambler therapy, capace di sostituire lo stimolo nocicettivo con uno nuovo stimolo favorevole al cervello.

Vedi schema seguente.

Un importante studio prospettico di Gatak e coll., ancora in corso, sta dimostrando risultati molto incoraggianti e statisticamente significativi nel controllo del dolore in pazienti con lombalgia cronica, già col l'utilizzo della scrambler therapy.

Alcuni pazienti si giovano di ulteriore associazione di altri trattamenti come ad esempio quello fisioterapico con rieducazione dello schema corporeo e quello psicologico per il supporto del recupero delle capacità cognitive e della normale vita familiare e sociale.